Essere al cospetto della catena montuosa del massiccio del Monte Bianco fa scaturire in me emozioni contrastanti di paura e rispetto per tanta grandezza.
Trovarsi poi a Courmayeur in griglia di partenza e scorgere l’arrivo, lassù, a 3466 metri di altitudine provoca pensieri misti a preoccupazioni, paura di non farcela e nello stesso tempo l’adrenalina di una nuova sfida e di un nuovo obbiettivo da raggiungere.
Una volta dentro alla zona partenze dopo il controllo cip è fatta…
Non si fa in tempo a salutare le solite facce note che il countdown è già alla fine…allora via, si parte, tra l’entusiasmo della folla e le grida dei bambini, tutti a testa bassa, tutti con i propri pensieri, le proprie paure e il proprio entusiasmo.
Il gruppone di 370 atleti si allunga. Si ha spazio per correre per trovare il proprio ritmo sui pochi km d’asfalto iniziali, poi solo sterrato fino al Pavillon.
Le grida del pubblico ti fanno capire di essere arrivato al primo ristoro, giri la testa e ti accorgi che Courmayeur è lontana, il panorama solleva dalla fatica fatta… I primi 1000 metri di dislivello sono andati.
Ne rimangono altri 1200… maledetti!!! Si ritira il casco, si lasciano le racchette non si fa in tempo a riprendere il ritmo che il battito del cuore è già a mille.
Prime catene, primi sassi che rotolano sfiorando noi atleti per poi cadere lontani nell’infinito di questa incredibile salita…
Il rifugio Torino è lì che ti osserva sotto uno strato di neve incastonato nella roccia.
Una mano si pone sulla mia spalla mi fa uscire dal mio viaggio, dai miei pensieri mi porta alla realtà. E’ il momento di indossare i ramponcini forniti dall’ impeccabile organizzazione. L’ultimo tratto è ricoperto di neve l’ultimo tratto è severo e infinito… l’arrivo è là, in cima a punta Helbronner sulla nuova funivia Skyway del Monte Bianco, sulla terrazza panoramica di questa struttura incredibile disegno di ingegneria meccanica. L’arrivo è qua, al cospetto di sua maestà, Mont Blanc!