Temevo condizioni meteo terribili, almeno cosi le previsioni meteo le prevedevano da diversi giorni, tanto da farmi pensare più volte di rinunciare e stare a casa al calduccio. Inoltre non sapevo come arrivarci a Saalbach, troppo lontano, costoso e da paranoia ad andarci da solo.
Per fortuna ho trovato un posto nel gruppo del Sovere, che ringrazio calorosamente per la gentilezza, ospitalità e allegria che mi hanno offerto. Davvero un bel gruppo. Grazie!
Torniamo alla gara. L’atmosfera è la tipica per gare di questa leva. Saalbach è interamente invasa da atleti e tifosi. Una festa!
Dal paese guadavo il muro da affrontare, un formicaio, già pieno di atleti che lo stavano testando, ripido e avvolto nella nebbia appena poco oltre il primo tratto. Andare a destra? Sinistra? Rampanti? Quante domande mi facevo mentre guardavo il muro, e intanto nevicava e faceva freddo. Altri dubbi poi avvolgevano la lunga attesa della partenza (quattro ore ad aspettare!): quanto vestirsi, cosa portare nello zaino! Aaahhhhhh!!!
Pochi secondi prima della partenza avevo il panico, temevo il freddo (alla partenza -7°C), il vento, le discese ghiacciate, visto che di neve naturale ce n’era davvero poca e fino a pochi giorni prima pioveva su quella poca neve sparata dai cannoni. Tra un pensiero e l’altro per fortuna il tempo passa, ma ero già stanco, visto che era dalle 4 del mattino che ero in ballo tra viaggio e tutto il resto.
Bang! Si parte! Il tifo da stadio della gente durante la corsa nelle vie del centro ha trasformato il panico in felicità! La “stufoya” era iniziata e tutte le preoccupazioni sparirono all’improvviso.
Si comincia con il famoso muro ghiacciato. Avevo deciso di partire con i coltelli già montati sugli sci. All’inizio sembrava un decisione giusta, ma poi la sede che sosteneva il coltello si è sbragata e quindi ho dovuto togliere gli sci e salire a piedi. Anche a molti altri è successo lo stesso. C’erano rampanti persi da tutte le parti. Probabilmente bisognava montare coltelli corti, da race, non quelli normali come i miei. Le punte troppo lunghe non entravano abbastanza nel ghiaccio vivo della pista, praticamente camminavo sulle punte con sci sollevati! Ah Ah! Era meglio salire ai bordi nella neve un po’ più morbida e tracciata; però avrei pagato con imbottigliamenti enormi. Bo! Chissà cosa era meglio fare!
Una volta superato il muro, in qualche modo, è cominciata la mia gara. Testa bassa e ritmo da crociera senza strafare, continuavo a pensare. Il cardio mi aiutava a valutare lo sforzo. In cima alla prima salita c’era vento, non forte; il freddo cominciava a farsi sentire (-12 °C dicevano). Il tifo della tanta gente era fortissimo, campane e urla! Bello! Tolgo pelli e giù di corsa.
Discesa ghiacciata, liscia, senza grossi accumuli di neve. Derapata su derapata arrivo in fondo.
Pochi metri prima di arrivare a valle ero tentato di deviare sul percorso ridotto. Anche perché ne vedevo molti che deviavano verso il breve. Mola mia ! Mola mia! Questi sono i pensieri che mi hanno fatto prendere il bivio giusto! Percorso lungo!!! Adesso o mai più!
La decisione è stata aiutata anche dal fatto che il vento sembrava ci fosse solamente sulle cime. In realtà poi per fortuna il vento ci ha graziato del tutto e cosi il freddo è stato meno pungente per tutta la gara.
E’ nevicato sempre, non intensamente ma costante, riducendo parecchio la visibilità nelle discese.
La seconda salita l’ho superata senza troppi problemi. Una traccia a destra nel tratto più ripido mi ha permesso di arrivare in cima senza intoppi. Giù di corsa nella seconda discesa! Questa era veramente molto più ghiacciata e ripida, le derapate non bastavano, le lame non tenevano niente, in alcuni tratti molto ripidi ho dovuto cercare la neve fresca fuori della pista!
Finalmente si comincia la terza parte del percorso. Ero già felice perché sapevo che l’ultimo tratto era più facile e poco ripido. E poi era l’ultimo!! Così affronto con molta più grinta tutta la salita, con molti tratti in falsopiano, superando continuamente atleti.
Ultima discesa! Giù felice, pochi secondi in picchiata …….. NOOOO!! Vedo luci che risalgono ancora! Urco c’è né un’altra! Pota! Diga! Riprendiamo e via, più forte di prima. In cima ho chiesto se era l’ultima salita, Affermativo!! Sorriso improvviso sul mio volto e in pochi secondi affronto la discesa. Altri pochi secondi e un problema nuovo mi si presenta: Incredibile. Un mega faro da un milione di lumen mi abbagliava da lontano a fil di orizzonte. Non vedevo nulla. La mia Lupine da 1600 lumen sembrava un lumino del cimitero a confronto. Se qualcuno fosse caduto davanti a me, o semplicemente andava più piano, lo avrei visto solo all’ultimo istante! Quindi sono sceso piano, ma avevo paura di quelli dietro di me. Questo faro da stadio olimpico puntato negli occhi mi ha accompagnato fin quasi all’arrivo. Peccato,bastava un minuto o poco più e sarei stato sotto le 4 ore!
Ho chiuso 236° assoluto maschile su 368 in 4h01. Con me c’èra anche Maurizio Signori, fortissimo come sempre, che ringrazio per la compagnia, ha chiuso in 3h25 arrivando 113° assoluto (21° di categoria) complimenti!
Montain attack è FATTA !!!!!!