Non saprei da dove incominciare per raccontatare questa gara di scialpinismo ” estremo”.
Innanzitutto complimenti a tutti gli atleti che vi hanno partecipato e sono riusciti a terminare il percorso. Un percorso da veri scialpinisti duro, tecnico in ambiente glaciale. Sveglia alle 3 del mattino si incomincia con la colazione in hotel, visi ancora addormentati ma sorridenti. Alle 4 siamo già tutti in partenza per Ponte di legno dove si prendono gli impianti da sci per raggiungere la località di partenza (la tonalina) posta sulle piste da sci. Ora i visi si fanno più tesi, controllo arva e tutti in griglia di partenza con un buio insolito per noi novelli di queste gare “estreme”.
5.30 si parte! Tutto fila liscio le 350 squadre si dirigono verso la pista paradiso sulla quale sono state accese migliaia di fiaccole , sembra di vedere le porte dell’inferno, è solo l inizio. Pista ghiacciata è molto difficile stare in piedi, sento delle urla e vedo che si innesca una carambola di atleti che scivolano inesorabilmente a valle perdendo sci e rischiando di travolgere anche noi. Intanto albeggia ma la salita è sempre più dura, arrivati al passo Presena due ali di folla ci incitano “mi viene ancora la pelle d’oca”. d’ora in poi ognuno fa la propria gara con il proprio compagno.
Prima discesa su neve marmorea spacca gambe si arriva sotto il rifugio Mandrone si ripella e via per la seconda salita che conduce al canalino adamello ski raid: canale da 40 gradi forse più, dove parecchi atleti cadono scivolando a valle. Terza salita si arriva alle Lobbie sopra al rifugio caduti dell’Adamello dove è posto il 2 cancello orario. Passo per ultimo degli atleti altitude con un vantaggio sulla chiusura di 45 minuti, sono molto contento! Ora ci dirigiamo verso cresta croce dove inaspettatamente troviamo un gigantesco ingorgo, aspetterò per 1 ora e 45 minuti prima che tocchi il nostro turno, per fortuna che c’è una giornata spaziale quindi non patiamo più di tanto, ma l’incubo di tanti atleti della scorsa edizione di rimanere esclusi dal terzo cancello si riaffaccia. Poco dopo le guide alpine che erano in cresta ci dicono che l’organizzazione sta rivedendo la chiusura dell’ultimo cancello causa l’ingorgo creatosi in cresta. Cresta non banale con passaggi di arrampicata di 2″grado. Ora ci aspetta l’Adamello la montagna simbolo della manifestazione;la risaliamo per un pendio di neve e roccette con corda fissa dove attacarsi. Vetta!
Il tempo di guardarsi in torno e via giù di nuovo altro canale da farsi con corda fissa, le mani bruciano ma ormai siamo fuori. Da qui inizia il calvario: altra ripellata che ci conduce al passo degli italiani dove per scendere su pendio ci aspetta una simpatica scaletta messa dagli organizzatori per facilitare le cose. Poi altra veloce discesa e ultima ripellata estenuante sotto il solleone.. sembra di essere in un deserto di ghiaccio con tanto di allucinazioni. Arriviamo a passo Venezia ora ci aspetta l’ultima discesa “il Pisgana “: dapprima bella discesa con neve ottima man mano che si scende si fa sempre più dura (ricordo che è una discesa da 2000 D-) soprattutto dopo il giro che abbiamo percorso. Ad un certo punto finisce la neve e allora via sci nello zaino e giù di corsa per 4 km circa. Il fegato incomincia a fare male ma ormai ci siamo siamo in dirittura d’arrivo, ultimo tratto su pista ciclabile con la gente che ci incita a fare gli ultimi metri prima del traguardo.
11 ore e 13 minuti… ho finito l’Adamello ski raid.
GO ALTITUDE.